In classifica sito Primo di categoria Blog d'argento Blog Gold 10000 punti ottenuti Super Blog Web

Translate

Cerca nel blog

mercoledì 5 aprile 2017

Strage col gas in Siria


Per il Cremlino il bombardamento, condotto dall'esercito siriano, ha colpito "un grande deposito di munizioni dei terroristi". Il ministero degli Esteri russo ha definito inaccettabile la proposta di risoluzione presentata alle Nazioni Unite da Stati Uniti, Francia e Regno Unito. In giornata riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza

Settantaquattro morti e 557 feriti. “Ma prevediamo che il bilancio possa salire fino a 107 vittime per le informazioni che arrivano dagli ospedali e poiché molte persone sono disperse e pensiamo siano morte nell’attacco”, ha raccontato ad Al Jazeera Munzir Khalil, capo della Direzione della sanità di Idlib. Da due giorni, nelle zone della Siria nordoccidentale sotto il controllo dei ribelli, Khalil e i suoi colleghi medici continuano in condizioni di estrema difficoltà a garantire assistenza alle vittime dell’attacco aereo a Khan Sheikhun, dove sarebbero state usate armi chimiche. Una strage raccontata al fatto.it anche da alcuni testimoni e documentata dalle immagini, comparse già ieri sui social, che ritraevano bambini e adulti uccisi dal gas. Anche oggi, sempre secondo l’ong, alcuni caccia “hanno effettuato almeno cinque raid nell’area di Khan Sheikhun”, anche se al momento non si hanno notizie di vittime.

Secondo attivisti e ong la responsabilità dell’attacco è delle forze fedeli al presidente Bashar Al Assad, ma la Russia difende Damasco. Per il ministero della Difesa di Mosca, la contaminazione con sostanze chimiche è stata sì la conseguenza di un raid aereo delle forze governative, ma condotto su un deposito di armi chimiche controllato dai ribelli. “Ieri, dalle 11.30 alle 12.30 ora locale, l’aviazione siriana ha condotto un attacco su un grande deposito di munizioni dei terroristi e una concentrazione di materiale militare alla periferia orientale di Khan Sheikhoun”, ha dichiarato il portavoce del ministero di Mosca, Igor Konoshenkov, su YouTube. “Sul territorio del deposito c’erano officine che producevano munizioni per armi chimiche”, ha affermato il portavoce.

L’attacco ha portato alla richiesta da parte di Francia e Gran Bretagna di una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu, prevista per oggi alle 10 (le 16 in Italia). Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno messo a punto e proposto al Consiglio una bozza di risoluzione che condanna l’attacco e chiede un’inchiesta su quanto avvenuto. La risoluzione, un documento di due pagine di cui l’agenzia di stampa Dpa anticipa alcuni contenuti, richiede a Damasco informazioni precise sulle operazioni di ieri e i piani di volo dell’aeronautica, compresi i nomi dei piloti militari. Inoltre, il testo chiede accesso alle basi aeree militari da cui sarebbero partite le operazioni, secondo l’Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) incaricata di indagare, e richiede incontri entro cinque giorni con i generali siriani e la leadership di Damasco. La risoluzione minaccia sanzioni, comunque non previste dal testo, contro Assad che, dall’inizio del conflitto in Siria nel 2011, è stato più volte accusato per l’uso di armi chimiche.

Mosca ha anche definito “provocatorie” le accuse e bollato come “inaccettabile” la bozza di risoluzione Onu. “Tutta questa situazione non è altro che una provocazione”, ha detto una fonte del ministero degli Esteri russo a Interfax, aggiungendo che “la bozza di risoluzione suggerita dai tre Paesi non è accettabile così com’è”. E a un gionalista che questa mattina domandava se Mosca continuerà a sostenere Damasco, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha risposto così: “La Russia e le sue forze armate continuano l’operazione per sostenere la campagna antiterroristica per la liberazione del Paese svolta dalle forze armate della Repubblica araba siriana“.

E Damasco punta il dito contro l’Occidente. Faysal Miqdad, vice ministro degli esteri siriano, ha accusato oggi la Gran Bretagna, la Francia, la Turchia e l’Arabia Saudita di essere responsabili dell’attacco assieme ai qaedisti siriani. Citato dalla tv panaraba filo-iraniana al Mayadin, Miqdad ha detto che “i gruppi armati e chi li manovra dalla Gran Bretagna, dalla Francia, dalla Turchia e dall’Arabia Saudita sono i responsabili di questo crimine”. Miqdad ha inoltre affermato che “alcune settimane fa il governo siriano ha fornito all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche le informazioni che l’ala siriana di al Qaeda aveva introdotto sostanze tossiche in Siria”.

Un prima risposta arriva da Ankara, tra i contraenti dell’accordo per il cessate il fuoco firmato ad Astana, in Kazakistan, il 28 dicembre. “Dopo l’attacco chimico compiuto dall’aviazione del regime siriano”, ha fatto sapere il portavoce del ministero degli Esteri di Ankara Huseyin Muftuoglu, la Turchia ha “portato all’attenzione” delle ambasciate di Russia e Iran ad Ankara che si tratta di “una violazione molto grave degli accordi per il cessate il fuoco”, ricordando “le responsabilità degli altri due Paesi garanti” della tregua di Astana e spiegando che “violazioni del genere mettono estremamente a rischio la prosecuzione del cessate il fuoco”.

A Bruxelles, invece, si tiene la Conferenza sulla Siria, a cui partecipa il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano. La sessione inaugurale della Conferenza comincerà alle 9.30 all’Europa Building, con gli interventi di apertura del presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e dell’alto rappresentante Ue Federica Mogherini. E anche per Guterres i fatti di ieri sono “crimini di guerra”.

“Questo è il terzo rapporto sull’uso di queste armi barbare soltanto nell’ultimo mese – ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg – tutti i responsabili devono essere chiamati a risponderne. L’uso di armi chimiche, che comprende qualsiasi componente chimico che possa causare la morte o danni permanenti agli esseri umani, è proibito dalla Convenzione sulle armi chimiche che la Siria ha firmato nel 2013 – ha aggiunto Stoltenberg – questa norma internazionale ora deve essere pienamente rispettata e difesa”.

Fonte: QUI

Nessun commento :

Posta un commento

Flag Counter motori di ricerca