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venerdì 12 febbraio 2016

Cina, in ginocchio davanti ai genitori Si accende dibattito sulla pietà filiale


Questa immagine arriva dallo Shandong, una delle tante province cinesi dalle quali centinaia di milioni di giovani sono partiti per andare nelle grandi città a lavorare: perché anche «arricchirsi è glorioso», disse Deng Xiaoping lanciando l’economia di mercato. L’uomo inginocchiato ha 46 anni, si chiama Zhang Jinli, ha un buon impiego a Pechino e negli ultimi quattro anni non era tornato mai a casa a Zibo dai genitori. Questa volta Zhang ha seguito la tradizione: è andato a visitare i suoi per il Capodanno lunare. Alla stazione dei treni, di fronte al padre e alla madre, quest’uomo sposato e diventato a sua volta padre, si è messo in ginocchio, poi si è prostrato, chiedendo perdono per la sua lunga assenza.  Qualcuno ha visto la scena, l’ha fotografata con lo smartphone e l’ha inviata al giornale locale, il "Qilu Evening Post" (il citizen journalism è vivace anche in Cina). Il quotidiano ha ricostruito la storia, ha accertato che il padre di Zhang ha ottant’anni, che la donna al suo fianco è la seconda moglie, la matrigna, ma ha sempre considerato il figlio del marito come un proprio figlio. «Zhang si è prostrato perché non si sente degno dei genitori, pensa di non essere stato rispettoso e riconoscente come avrebbe dovuto», ha scritto il cronista. 

Le foto hanno riaperto il dibattito sulla pietà filiale, che è uno dei concetti cardine del confucianesimo, bruciato sull’altare della Rivoluzione culturale e poi su quello della crescita economica a doppia cifra inseguita dalla Cina negli ultimi trent’anni. Sul web si sono intrecciati migliaia di commenti. Per qualcuno il gesto di pentimento e dolore del figlio «è stato commovente»; per altri «eccessivamente emotivo»; «la vita è dura»; «che tristezza». Ma la discussione non è limitata ai social network: nel 2013 è stata introdotta una legge per la «Protezione dei diritti e degli interessi degli anziani», che in Cina sono quasi 200 milioni e diventeranno il doppio tra un paio di decenni. Il nuovo pacchetto di norme introduce l’obbligo per i figli grandi di visitare il padre e la madre «più spesso» e addirittura concederebbe ai lavoratori 20 giorni di permesso per andare a trovare i vecchi genitori che vivono molto lontani. La legge non prevede sanzioni e naturalmente nessuno la fa rispettare. Uno degli estensori, il professor Xiao Jinming della Shandong University, ha spiegato: «È soprattutto un modo per sottolineare il diritto dei nostri anziani a chiedere sostegno emotivo, noi vogliamo enfatizzare questa esigenza». Un blogger ha riassunto così i suoi dubbi: «La pietà filiale dovrebbe essere naturale. Questa legge svela la tragedia della nostra generazione». A settembre, all’esame per aspiranti magistrati e avvocati, è stato posto il quesito: «C'è un incendio nella vostra casa, chi salvereste? Vostra madre o la fidanzata?». La risposta giusta: «Sarebbe un crimine anteporre l’amore romantico al dovere filiale». Così dice la legge. 
Fonte: corriere.it

Il duplice omicidio di Pordenone «Così hanno ucciso Trifone e Teresa»


Un profilo anonimo su Facebook; due mesi di chat pungenti con la fidanzata di Trifone, Teresa, firmate con il nome di un ex fiamma dello stesso Trifone; quest’ultimo che scopre tutto e cioè che a inviare quei messaggi non era la sua ex ma il collega commilitone ed ex coinquilino Giosuè Ruotolo, con il quale finisce per litigare pesantemente. Volano minacce e lo scontro fra i due è tale da essere ritenuto insostenibile da Giosuè, al punto da scegliere l’estremo, tragico, folle rimedio: uccidere entrambi.

Tre pallottole per Trifone Ragone, diventato la causa improvvisa delle sue paure; e tre per Teresa Costanza, colpevole solo di sapere chi c’era dietro il finto profilo Facebook che la inquietava. Perché se Giosuè avesse ucciso solo Trifone, Teresa avrebbe potuto smascherarlo rivelando il nome di chi aveva avuto dei contrasti con la vittima. È questa, almeno, l’ipotesi che fanno gli inquirenti di Pordenone a conclusione dell’indagine sul duplice omicidio dei fidanzati (manca solo una consulenza) per il quale Ruotolo è indagato Ruotolo: 17 marzo 2015, un killer si avvicina alla loro auto e spara sei colpi da distanza ravvicinata. Un’esecuzione. Dal punto di vista dell’accusa, il mosaico sembra ora completo di ogni tassello. In particolare, il movente, vero punto debole di un’inchiesta comunque indiziaria: lo scontro fra i due caporali dell’esercito causato da quei messaggi inviati da Ruotolo a Teresa via Facebook. Messaggi di questo tenore: «Volevo dirti che il tuo ragazzo si vede ancora con me. Io ci sto perché mi piace molto, ti sto solo avvisando», «se ne parli con lui nego tutto. Non ti conviene stare con lui», «Volevo dirti che il tuo ragazzo si vede ancora con me», «Controlla i suoi cellulari, so che ne ha due, un iphone e uno nero»… e altri più pesanti.
E Teresa: «Ho informato il mio ragazzo. Io e Trifone ridiamo di te». Due mesi di chat via Facebook, tutti firmati con il nome (non il cognome) di questa ex ragazza di Trifone. Non c’è la prova regina della colpevolezza di Ruotolo ma esistono una serie di elementi a suo carico: la presenza sul luogo e all’ora del delitto, il buco di sette minuti della sua auto fra un passaggio e l’altro sotto le telecamere della zona, tempo nel quale secondo i pm avrebbe gettato la pistola nel laghetto, le falsità dichiarate nelle prime audizioni, quando diceva di essere rimasto a casa quella sera e, successivamente, quando ha sostenuto che i rapporti con Trifone erano buoni. «Ho mentito per paura delle conseguenze sul mio lavoro», si è giustificato lui nell’interrogatorio di ottobre, intendendo per lavoro l’ingresso nella Guardia di finanza. Poi c’è il capitolo Rosaria Patrone, fidanzata di Ruotolo, 24 anni, pure lei indagata. È’ accusata di favoreggiamento per aver tentato di inquinare le prove. Come? Invitando alcune amiche a non dire nulla agli inquirenti di quel profilo Facebook. Già, anche lei ne era a conoscenza. «Ed evidentemente aveva capito che rivelando la circostanza, le amiche avrebbero messo in difficoltà Giosuè», spiega l’investigatore.
Ma i nuovi testimoni sono soprattutto gli amici della caserma di Trifone. Cioè, i tre commilitoni che hanno assistito al litigio fra i due quattro mesi prima del delitto, circostanza rivelata solo recentemente e raccontata nei dettagli da uno dei tre. «Loro hanno visto quella zuffa ma probabilmente ce ne sono state altre. L’avessero detto prima, il caso sarebbe stato chiuso in tempi molto più rapidi. Purtroppo quello è un ambiente molto omertoso». Alla chiusura formale dell’inchiesta manca solo la consulenza informatica disposta sul computer della caserma usato da Ruotolo, che dovrebbe dimostrare come il profilo Facebook è stato creato lì, considerato che nel computer personale non è stata trovata alcuna traccia. «Non ci sono evidenze né prove che sia stato creato da lui. Potrebbe essere che venisse utilizzato anche da altri soggetti in possesso delle password. Non vorrei però che si trattasse di qualcosa di goliardico», dice ora l’avvocato Roberto Rigoni Stern, difensore di Ruotolo.
«L’aveva creato Ruotolo per fare uno scherzo», aveva però spiazzato tutti il legale di Rosaria, Costantino Catapano, in un’intervista televisiva. Fra l’altro, se la circostanza fosse confermata Ruotolo potrebbe essere accusato anche di peculato e sostituzione di persona. Considerato il duplice omicidio, davvero poca cosa. L’accusa ha ricostruito anche la tempistica dell’intera vicenda: nell’aprile 2014 Trifone va a vivere con Teresa e lascia l’appartamento che condivideva con Ruotolo; nel giugno-luglio Ruotolo manda i messaggi a Teresa; a fine 2014 Trifone scopre che a mandarli è lui e c’è lo scontro con Ruotolo; il 17 marzo 2015 vengono uccisi Trifone e Teresa. Rimane sospesa una domanda: perché Giosuè avrebbe mandato quei messaggi a Teresa, peraltro informando della cosa la sua fidanzata? E qui, dicono gli investigatori, entriamo in un campo difficile da sondare: «Si tratta di una dinamica di coppia certamente poco normale».
Fonte: corriere.it

Roma, ritrovata 15enne scomparsa da Terni: tre arresti. L'ombra della prostituzione minorile


Andreea, la quindicenne scomparsa da Terni il 3 febbraio scorso, è stata ritrovata dalla polizia in un appartamento alla periferia di Roma dopo un blitz della polizia che portato anche all'arresto di tre persone. Gli inquirenti l'hanno rintracciata seguendo il segnale del suo telefonino cellulare.

La scomparsa della ragazza era stata denunciata dalla madre che ha riferito come fosse uscita di casa indossando un pigiama rosa, una vestaglia rosso bordeaux e pantofole da uomo. Dietro al suo allontanamento ci sarebbe l'ombra della prostituzione minorile.
Fonte: ilmessaggero.it

Rieti, colpisce l'arbitro che va in ospedale: 5 anni di squalifica

Una espulsione

RIETI – Pesanti i provvedimenti sanciti dal giudice sportivo provinciale Roberto Silvestri in merito alla gara tra Madonna del Cuore Contigliano e Capradosso valida per il campionato Juniores provinciale di Rieti, sospesa sabato scorso al 19’ della ripresa dal direttore di gara Saverio De Luca della sezione di Rieti e in cui, al termine, sono intervenuti anche i carabinieri. Un dirigente della Madonna del Cuore Contigliano è stato inibito dal giudice sportivo per cinque anni per aver colpito l’arbitro, un calciatore del Contigliano per due anni e altri due giocatori dello stesso club rispettivamente per cinque e quattro gare. Multa anche al club di 200 euro e perdita della gara a tavolino per 3-0.

Sulla gara sospesa Madonna del Cuore Contigliano-Capradosso il comunicato 35 pubblicato dalla delegazione Figc di Rieti riporta: “Visti gli atti ufficiali di gara, rilevato che al 19’ del secondo tempo veniva espulso un giocatore della società Madonna del Cuore per aver rivolto all'arbitro espressione offensiva applaudendolo ironicamente, nel contempo cercava di aggredirlo e lo colpiva al braccio sinistro causandogli forte dolore; successivamente il direttore di gara veniva circondato da alcuni calciatori della società Madonna del Cuore tra i quali l'arbitro individuava un altro calciatore della Madonna del Cuore Contigliano che lo tirava per la maglia rivolgendogli frase offensiva e un terzo calciatore della squadra di casa che lo strattonava minacciandolo. A questo punto l'arbitro a causa del forte dolore al braccio e delle spinte e minacce ricevute decretava la fine anticipata dell'incontro; mentre l'arbitro si avviava verso gli spogliatoi, in prossimità degli stessi, veniva dapprima minacciato e successivamente spinto all'interno dello spogliatoio dal signor Maurizio Polletti quale tesserato della società Madonna del Cuore e già inibito fino al 30 giugno 2016; in seguito veniva aperto il cancello del recinto di gioco dal quale entravano alcuni sostenitori della società ospitante che si posizionavano davanti allo spogliatoio riservato all'arbitro e nonostante questi tentasse ripetutamente di chiudere la porta, veniva bloccato dal Polletti che, unitamente ad altra persona non identificata, colpiva con pugni e spinte il direttore di gara, facendogli battere violentemente la schiena contro il muro; l'arbitro veniva soccorso da dirigenti della società Capradosso che riuscivano ad allontanare gli aggressori; sul posto arrivavano in seguito i carabinieri che identificavano il signor Maurizio Polletti che nel frattempo si era allontanato dal recinto di gioco. Il direttore di gara veniva scortato dalle forze dell'ordine fino alla propria autovettura; successivamente l'arbitro si recava presso il pronto soccorso dell'Ospedale Provinciale di Rieti dove gli venivano prestati i primi soccorsi con prognosi di cinque giorni s.c. come da verbale allegato”.Il giudice sportivo ha sancito che “Visto che l'irregolare conclusione dell'incontro è da addebitarsi alla società Madonna del Cuore e visto l'art.17 comma 1 del C.G.S. si decide di infliggere alla società Madonna del Cuore la perdita della gara con il punteggio di 0-3, di comminare alla stessa l'ammenda di 200 euro, di inibire il signor Maurizio Polletti, della società Madonna del Cuore, già inibito fino al 30 giugno 2016, fino al 31 gennaio 2021” oltre alla squalifica per tre calciatori della Madonna del Cuore Contigliano. Il calciatore che ha rivolto “all'arbitro espressione offensiva applaudendolo ironicamente, nel contempo cercava di aggredirlo e lo colpiva al braccio sinistro causandogli forte dolore” è stato squalificato fino al 31 gennaio 2018 mentre per gli altri due riportati nel documento del giudice sportivo, rispettivamente quattro e cinque gare effettive di squalifica.
Fonte:  ilmattino.it

Si dimette deputato giapponese: «Ho tradito mia moglie, mi scuso»


«Mi scuso per aver causato un putiferio». Con queste parole il deputato giapponese Kensuke Miyazaki, 35 anni, ha lasciato la sua poltrona dopo essere diventato uno dei poster boy del primo ministro Shinzo Abe. Delfino del partito liberale giappone, il giovane Miyazaki era stato citato come esempio di modernità e di progresso per aver usufruito del congedo di paternità, dopo che la moglie Kaneko (anche lei membro del partito liberale), 37 anni, aveva dato alla luce il loro bambino. «Un esempio per tutti i padri giapponesi», aveva scritto la stampa nipponica. Peccato che il padre e marito modello fosse in realtà un playboy. Miyazaki è sato infatti pizzicato da un tabloid giapponese, il Shukan Bunshun, in atteggiamenti intimi con la modella e indossatrice di kimoni, Mayu Miyazawa. Secondo il settimanale, l'uomo ha incontrato la donna la prima volta sei giorni prima che la moglie partorisse. Ma la faccenda non è finita lì e i due si sono rivisti più volte, passando la notte insieme a Kyoto.

Da qui la figuraccia planetaria e le dimissioni. L'avvocato ha ammesso il tradimento durante un'affollatissima conferenza stampa dove ha spiegato di aver conosciuto la donna in una cerimonia ufficiale e di averla poi rincontrata altre tre volte. «Ho spiegato tutto a mia moglie, sono profondamente dispiaciuto di averle fatto una cosa così crudele». E ancora: «Mi scuso con tutti quelli che prendono sul serio il permesso di paternità retribuita», ha dichiarato facendo tornare a tutti in mente quanto l'argomento sia di attualità vedendo impegnati su questo fronti anche imprenditori del calibro di Mark Zuckerberg. La vicenda, come era prevedibile, ha scatenato le ire dell'opposizione giapponese. Dopo che i liberali avevano dipinto Miyazaki come un paladino dei diritti delle donne per la sua decisione di affiancare la moglie nei mesi successivi al parto - il Giappone ha una legislazione molto generosa in materia di congedo parentale, ma solo il 2.3 per cento dei padri ne usufruisce - , ora i democratici sollevano la «questione morale» e si chiedono se il partito di Abe, già travolto dagli scandali, sia all'altezza del compito di governo.
Fonte:  corriere.it

giovedì 11 febbraio 2016

Gli Usa inviano caccia in Finlandia, Mosca scalda i missili

F-15

Gli Stati Uniti, per la prima volta nella storia della NATO, invieranno caccia F-15 in Finlandia e relativo personale di supporto in vista di un’esercitazione che si svolgerà il prossimo maggio. Il paese scandinavo, che confina ad est con la Russia, non è membro della NATO, ma negli ultimi anni si è allineato con la politica dell’Alleanza. Le manovre militari dureranno due settimane e coinvolgeranno gli F-15 del 123° Fighter Squadron con sede a Portland e personale dell’Oregon Air National Guard. Potrebbero prendere parte anche Norvegia e Svezia. Il tempismo del Pentagono nel comunicare il dispiegamento degli F-15 in Finlandia, seppur momentaneo, è a dir poco curioso. Arriva, infatti, 24 ore dopo le dichiarazioni del Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu nel presentare la vasta esercitazione militare che coinvolgerà truppe aviotrasportate, aviazione e marina. I russi intendono dimostrare la mobilità delle proprie truppe di riserva, in una missione di proiezione a 1800 miglia di distanza a sud-ovest del Paese. Saranno coinvolti 8.500 soldati, 200 aerei e 50 navi da guerra. L’esercitazione per verificare l'interoperabilità delle forze aeree della NATO con i paesi “amici”, dovrebbe scoraggiare proprio una potenziale aggressione russa.

Quei caccia USA in Finlandia potrebbero acuire ancora di più i già delicati rapporti tra l’Occidente e la Russia. Mosca si è sempre opposta ad una ulteriore espansione della NATO, in particolare nella regione del Mar Baltico, minacciando il rischieramento di missili tattici. La risposta del Cremlino per manovre militari che coinvolgeranno paesi storicamente neutrali non si farà attendere. Vicina all’Unione Sovietica durante la guerra fredda, la Finlandia dopo la caduta dell’URSS si è sempre più allineata con la NATO. La forza aerea della Finlandia è composta da una linea di volo formata da 61 caccia multiruolo F/A-18 C/D Hornet. Per dottrina, Helsinki utilizza i suoi caccia per la sola difesa interna, strutturata sfruttando la conformazione del territorio.
La Svezia, già minacciata dal puntamento di missili balistici russi qualora fosse entrata nella NATO, da alcuni mesi ha iniziato a fortificare l’isola di Gotland, ritenuta l’anello debole della difesa svedese. Il governo ha deciso di fortificarla, dotandola di batterie missilistiche, in grado di proteggere le navi in rotta verso San Pietroburgo e bersagliare vettori in avvicinamento.
La chiave della strategia difensiva della Svezia è proprio l’Isola di Gotland. Se ben presidiata e difesa, nessun nemico può attaccare il suolo svedese. Tuttavia, se Gotland cadesse, un nemico potrebbe dominare tutta la Svezia con missili tattici.
L’apparato militare svedese si basa sulla capacità di spostare truppe ed attrezzature velocemente lungo percorsi prestabiliti che attraversano il paese. I “combat engineer battalions”, per esempio, sono schierati presso la base di Eksjö nel sud del paese, mentre l'artiglieria pesante così come la fanteria del Norrbotten Regiment sono schierati a Boden, nel nord. Ciò significa che per raggiungere Gotland da Boden si dovrebbero percorrere 1000 km. Le truppe poi, per raggiungere l’isola dovrebbero imbarcarsi presso il porto di Nynäshamn. Ci sarebbe anche un’altra unità di fanteria, distante 200 km nell’entroterra svedese, ma dovrebbe comunque imbarcarsi primo di raggiungere Gotland. Considerando i preparativi ed il viaggio, le unità svedesi raggiungerebbero Gotland in quattro-cinque giorni, tempo ritenuto sufficiente per consentire ai russi di fortificare l’isola. Ogni battello svedese sarebbe poi affondato ancor prima di raggiungere la riva. Gotland, secondo la nuova dottrina, dovrebbe ospitare una brigata dotata di carri armati, fanteria meccanizzata, artiglieria, sistemi di difesa aerea, genieri e logistica. Altre due brigate simili dovrebbero essere dislocate nel nord e nel sud del Paese. Questa forza avrebbe metà della potenza di quella schierata durante la guerra fredda, ma sarebbe abbastanza forte da resistere ad un attacco russo (almeno fino all’arrivo degli americani).
Fonte: ilgiornale.it

Scompare generale di Kim Jong-un.... ‘È stato giustiziato’ ?


Un altro gerarca del regime nordcoreano è scomparso. E secondo l’intelligence di Seul è stato giustiziato tra il 2 e il 3 febbraio. Si tratta di Ri Yong-gil, capo di stato maggiore dell’esercito, numero sei della nomenklatura guidata dal dittatore Kim Jong-un. I servizi segreti sudcoreani non sempre danno informazioni corrette su quello che accade al di là del 38° parallelo, ma hanno sicuramente delle fonti: nel 2013 anticiparono la notizia che Kim aveva fatto uccidere lo zio Jang Song-thaek e settimane dopo venne la conferma da Pyongyang.

Di solito però, le purghe di alti dignitari non vengono pubblicizzate in Corea del Nord. Quindi bisogna affidarsi alle spie e agli analisti che studiano ossessivamente le immagini diffuse dalla propaganda di Pyongyang.  È il caso del generale Ri Yong-gil che è stato fotografato per l’ultima volta nell’ottobre 2015 accanto a Kim ed è stato citato per l’ultima volta nei bollettini ufficiali a metà gennaio, in occasione delle celebrazioni per il test nucleare del 6 gennaio e poi non è stato nominato nè si è visto nelle riunioni del 2-3 febbraio (quando il vertice del partito ha criticato «il burocratismo e l’abuso di potere da parte di certi dirigenti») e nelle foto di gruppo diffuse dopo il lancio di un missile a lungo raggio il 7 febbraio.
Le fonti hanno riferito all’intelligence di Seul che il generale è stato giustiziato con l’accusa di «cospirazione settaria e corruzione».  Di sicuro in Corea del Nord c’è una scia di morti e scomparsi eccellenti. A maggio dell’anno scorso i sudcoreani avevano rivelato la fine del ministro della Difesa Hyon Yong-chol, che sarebbe stato fucilato in pubblico con il fuoco di una mitragliera antiaerea «per slealtà». A dicembre era stata Pyongyang ad annunciare la morte di un dignitario di primissimo piano, Kim Yang Gon, vittima però di un incidente stradale. Siccome in Corea del Nord circolano pochissime auto, tutte governative e tutte scortate, gli analisti hanno dubitato della casualità e hanno pensato a un’altra purga.  Secondo il conto dei servizi segreti sudcoreani, dal dicembre 2011 quando Kim Jong-un ha ereditato il potere dal padre Kim Jong-il, morto di malattia, sono cento i dignitari epurati.
Settanta subito dopo l’inaugurazione del nuovo dittatore, che evidentemente non si fidava di molti collaboratori del padre. In tutte queste informazioni e speculazioni sulle purghe, può esserci «intossicazione» da una parte e dall’altra: Seul potrebbe diffondere notizie per destabilizzare gli avversari e spaventare i generali di Kim; Pyongyang potrebbe inventare voci di esecuzioni non avvenute per rendere inaffidabili le fonti sudcoreane. Il mondo delle spie agisce anche così. Si potrà saperne di più a maggio, quando è in programma a Pyongyang il Congresso del partito dei Lavoratori, il primo dal 1980. Un fatto straordinario che potrebbe dare l’occasione a Kim Jong-un per annunciare una svolta in campo economico, un tentativo di apertura per rivitalizzare un Paese che negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso aveva un Pil pro capite superiore a quello della Sud Corea e ora è precipitato al 179° e ultimo posto per «business climate» nella classifica degli Stati «funzionanti».  Intanto però la Nord Corea dovrà fare i conti con le nuove sanzioni Onu, rese inevitabili dal test nucleare del 6 gennaio e da quello missilistico del 7 febbraio.
Fonte: corriere.it

Caso Escort, la Camera dà l'ok all'uso delle intercettazioni di Berlusconi


Saranno utilizzabili le intercettazioni effettuate a carico di Silvio Berlusconi, deputato all'epoca dei fatti, richieste dal Gup di Bari. L'ex presidente del Consiglio e leader di Forza Italia è imputato per induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci nel processo 'escort' a carico di Gianfranco Tarantini.

Secondo l'accusa, si legge nella relazione della Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio, «tramite offerte e promesse di versamento di denaro ed altre utilità Giampaolo Tarantini sarebbe stato indotto a mentire nel dichiarare che Berlusconi non avesse corrisposto compensi ad alcune donne da lui presentategli e ad essere reticente sui contatti avviati per il tramite di Berlusconi con i vertici del Dipartimento della Protezione civile, del gruppo Finmeccanica e delle società ad esso collegate».
Fonte:  ilmessaggero.it

Aziende spolpate dalla “regina delle truffe” e famiglia


TREVISO - Quattro aziende del gruppo Perin di Vazzola spolpate dall’impiegata responsabile della contabilità e dei rapporti con le banche: dopo tre anni di indagini la Procura ha formalizzato le accuse. Vanno verso il processo Gabriella Brugnera, i figli di primo letto, i fratelli e l’attuale compagno. Il nucleo familiare è accusato di frode informatica, truffa e falso. Un meccanismo perfetto che, secondo l’accusa, avrebbe permesso alla cricca di far sparire in 4 anni tra i 5 e i 7 milioni di euro dai conti correnti delle aziende del gruppo industriale.

Fonte: ilgazzettino.it

Evaso si aggirava in strada con motosega

Evaso si aggirava in strada con motosega

MONZA, 11 FEB - Un 24 enne evaso dai domiciliari (per stalking) e che si aggirava per strada a Monza con una motosega accesa, è stato arrestato.

Avvisati dai passanti terrorizzati, i poliziotti, attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, hanno identificato l'uomo, un giovane che era ai domiciliari per atti persecutori contro la sua ex e con altri precedenti per aggressioni.

Da quanto si apprende il 24enne, evaso dai domiciliari, ha litigato con un uomo per strada e, tornato a casa a prendere la motosega, si sarebbe ripresentato in strada con l'attrezzo acceso per "farla pagare" al suo contendente. Non trovandolo é poi tornato a casa, dove gli agenti lo hanno arrestato per evasione e denunciato per porto di arma impropria.
Fonte: ansa.it

Eurospin, latte ritirato dagli scaffali: «E' pericoloso per la salute»


VERONA - Lotto di latte pericoloso. Da tutti gli scaffali dei supermercati Eurospin sono state ritirate le confezioni da un litro di latte parzialmente scremato Uht a marchio Land.

Distribuito nei punti vendita di Sardegna, Puglia, Lazio, Molise, Calabria, Campania, Basilicata e Sicilia, il lotto è stato prodotto a Zevio (VR), in località Barbare e con data di scadenza 5.5.2016.

Secondo quanto spiegato dalla catena Eurospin, le confezioni sono state ritirate "a scopo preventivo, per possibile inquinamento dovuto a un difetto di confezionamento".
Probabilmente contaminato il latte è quindi potenzialmente rischioso per la salute dei consumatori, per questo motivo la catena invita chiunque ne fosse in possesso di non consumarlo e riportare il prodotto nel punto vendita in cui è stato acquistato. 
Fonte:  ilgazzettino.it

mercoledì 10 febbraio 2016

Usa 2016, Trump: Fossi stato io al Bataclan di certo avrei fatto fuoco

Donald Trump

Batte sui soliti argomenti Donald Trump, intervistato dal settimanale conversatore francese Valeurs Actuelles. Parla di immigrati e di terrorismo, senza farsi mancare un accenno alle leggi sul porto d'armi e accusando il Paese di Hollande non essere più quello di una volta.

Penso Angela Merkel abbia fatto un errore tragico con i migranti, accusa il miliardario, in lizza per un posto da sfidante repubblicano alle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Assicura che con lui Washington si riavvicinerebbe di molto a Mosca - tema su cui nessuno ha mai avuto dubbi - e si preoccupa di dire ciò che pensa anche sugli attacchi a Parigi.
Ho sempre una pistola con me. Ci fossi stato io al Bataclan, vi dico che avrei aperto il fuoco, giura. E lamenta che le leggi sul porto d'armi francesi andrebbero cambiate, per renderle più permessive e consentire, in situazioni come quelle, ai cittadini di difendersi.
Fonte: ilgiornale.it

Decapita l'insegnante d'italiano Caccia al killer, fan di Hannibal Lecter


VARSAVIA - Gli amici lo descrivono come una persona distinta, bibliotecario appassionato di poesia antica e collezionista di spade di samurai.  Il tribunale distrettuale di Varsavia ha emesso un mandato d'arresto europeo contro Kajetan Poznanski, ventisettenne polacco, accusato di aver decapitato la sua insegnante di italiano e di averne smembrato il corpo. Secondo fonti della polizia, l'uomo, senza precedenti criminali o psichiatrici, ossessionato dalla figura di Hannibal Lecter, il serial killer de «Il silenzio degli innocenti» a cui ha dedicato anche una macabra poesia in latino intitolata «Il banchetto di Hannibal Lecter», avrebbe lasciato il paese e sarebbe in fuga in Europa occidentale. Poznaski - racconta il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza - sarebbe arrivato a casa della vittima, Katarzyna J., il pomeriggio dello scorso 3 febbraio per una lezione di lingua italiana. Dopo averla uccisa barbaramente, il killer avrebbe nascosto il corpo dell'insegnante trentenne in una borsa da viaggio e l'avrebbe trasportato in taxi fino al suo appartamento. All'autista insospettito dal pesante bagaglio avrebbe confessato di trasportare la carcassa di un cinghiale. Una volta a casa, ha dato fuoco all'appartamento e si è messo in fuga. I pompieri, dopo aver spento l'incendio, avrebbero scoperto i resti della giovane donna, nascosti nella borsa da viaggio. In un'altra stanza avrebbero trovato la testa della ragazza appoggiata in uno zaino.Nei giorni scorsi la polizia polacca ha ricevuto diverse segnalazioni della presenza del killer a Poznan e all'aeroporto di Varsavia Modlin, ma le indicazioni si sono rivelate errate. La portavoce della corte di Varsavia Ewa Leszczynska-Furtak non ha voluto indicare in quali paesi dell'Unione Europea si potrebbero trovare il presunto assassino e teme che la sua figura possa essere collegato ad alcune sparizioni di donne avvenute nel recente passato: «È una persona estremamente pericolosa - fanno sapere dalla Procura - È capace di uccidere chiunque ed è possibile che Catherine J. non sia la sua prima vittima».

Fonte: corriere.it

Mourinho-United, ci siamo Trovato l'accordo col club

José Mourinho, 53 anni. Action Images

Josè Mourinho avrebbe raggiunto l’accordo con il Manchester United per guidare i Red Devils a partire dalla prossima stagione: la notizia non è ancora ufficiale, ma il manager portoghese avrebbe confidato “agli amici più vicini” che sarebbe tutto fatto per subentrare all’olandese Louis Van Gaal alla guida del club. Secondo Daily Mail e Mirror, l’intesa sarebbe stata sfiorata già la scorsa settimana e sarebbe stata trovata nelle ultime ore. Mourinho, avvistato sabato scorso in tribuna allo stadio di Berlino a seguire Hertha-Borussia Dortmund, è stato esonerato dal Chelsea il 17 dicembre 2015, tre giorni dopo la sconfitta dei Blues con il Leicester di Claudio Ranieri. In questi due mesi ha viaggiato in lungo largo, tra vacanze – poche – e affari – molti -: Brasile, Cina, Portogallo, Germania, Francia, persino la Svezia, a settanta chilometri dal Circolo Polare Artico dove, in qualità di ambasciatore della Jaguar, ha collaudato il nuovo J F-Pace, facendo i test sul lago ghiacciato di Arjeplog. Il suo campo-base è restato però la casa di Londra, nell’elegante quartiere di Belgravia. “Ho deciso di restare qui perché la mia famiglia ha bisogno di stabilità e Londra è una città fantastica”. Il 26 gennaio il prossimo manager del Manchester United ha festeggiato nel ristorante italiano San Lorenzo i 53 anni. Quella sera Mou ha brindato ad un imminente ritorno al lavoro. Detto, fatto. Il matrimonio con i Red Devils era annunciato da tempo: a Manchester il portoghese ritroverà una vecchia conoscenza: Pep Guardiola. La sfida United-City sarà il piatto forte delle prossime stagioni: il vero ombelico del mondo (calcistico).

Fonte: gazzetta.it

Panchina Inter: se salta Mancini è pronto Simeone

Panchina Inter: se salta Mancini è pronto Simeone

MILANO- Roberto Mancini sta vivendo un momento delicato all’Inter. Il tecnico jesino, dopo un inizio di stagione strepitoso, ha dovuto misurarsi con il calo vertiginoso della sua squadra che nel giro di sei giornate ha perso la testa della classifica ora distante la bellezza di 11 punti. La vittoria contro il Chievo Verona sembrava aver gettato alle spalle il mese di gennaio più nero della carriera di Mancini, la sfida di domenica contro l’Hellas, ultimo in classifica, ha fatto riemergere i fantasmi in casa nerazzurra. Contro la Fiorentina sarà presente Eric Thohir che vuole stare vicino alla squadra in questo momento delicato. Il diktat del Presidente però è uno soltanto: l’Inter deve chiudere la stagione al terzo posto.

MANCINI NEL LIMBO- Mancini ha un contratto con l’Inter fino al 30 giugno del 2017: se dovesse qualificarsi alla prossima Champions League, tutti i dubbi sul suo futuro verrebbero subito spazzati via dal vento. Inoltre, in caso di qualificazione alla competizione per club più prestigiosa del mondo, potrebbe anche arrivare il rinnovo di contratto, un po’ come avvenne per Walter Mazzarri. Se invece Mancini dovesse fallire l’obiettivo stagionale, dopo essere stato dotato di tutto ciò che aveva richiesto o quasi, lascerà sicuramente l’Inter. Sono tanti i nomi che circolano per la sua sostituzione da Frank de Boer a Montella fino a passare per il sogno impossibile José Mourinho. Il nome più probabile, però, è quello di un ex calciatore nerazzurro: il Cholo Diego Pablo Simeone.
VOGLIA DI ITALIA- Simeone in Italia ha vestito, da calciatore, le maglie del Pisa, 1990-1992, dell’Inter, dal 1997 al 1999 e della Lazio, dal 1999 al 2003. Con i nerazzurri ha vinto una Coppa Uefa e sfiorato uno Scudetto nella stessa stagione. Il Cholo, siede dal 2011 sulla panchina dell’Atletico Madrid con la quale ha conquistato una Liga, una Coppa di Spagna, una Supercoppa di Spagna, l’Europa League e la Supercoppa Uefa. Sfiora la vittoria della Champions League nel 2014, perdendo contro il Real Madrid ai tempi supplementari. Un allenatore completo, dunque, che non ha mai nascosto la sua voglia di tornare in Italia e all’Inter dopo la bella esperienza vissuta da giocatore. Simeone conosce bene il nostro campionato avendo allenato, anche se per soli 4 mesi, il Catania. L’attuale allenatore dei colchoneros ha un contratto fino al 30 giugno del 2020 e sarebbe la figura ideale per l’Inter: giovane, motivato, grintoso, bravo e soprattutto in piena empatia con il popolo nerazzurro che, nonostante vestisse la maglia della Lazio il 5 maggio del 2002 e realizzò anche una rete in quella partita, è rimasto molto legato ai colori nerazzurri. Se dovesse saltare Mancini Thohir ha già pronto il sostituto, Atletico Madrid permettendo.
Fonte: corrieredellosport.it

Vignola, giovane trovata morta sul letto nuda: è giallo

La 32enne colombiana Marcela Chaparro

Vignola (Modena), 10 febbraio 2015 - È stato il suo compagno a chiamare i soccorsi. Ormai inutili, purtroppo. Perché Marcela Chaparro, 32enne colombiana di una bellezza fuori dal comune, ieri mattina era già morta da 3-4 giorni. «Sono appena rientrato a casa e l’ho trovata così», ha riferito il partner della giovane ai carabinieri, che intorno a mezzogiorno hanno raggiunto il condominio di via Caselline dove i due abitavano da poco più di un anno.

Da un primo esame esterno del cadavere, secondo gli inquirenti, non ci sarebbero segni di violenza sulla 32enne, di nessun genere. Nè strane ferite nè altri elementi che possano far pensare a un omicidio. Tanto che fin dall’inizio si è parlato solamente di due ipotesi: malore o suicidio da avvelenamento. La donna, però, è stata ritrovata sul suo letto completamente nuda: una circostanza che, pur essendo compatibile con entrambe le possibilità indicate dai carabinieri, richiede ovviamente qualche approfondimento in più in fase di indagini. Che, come si dice in gergo, con assoluta certezza non possono ancora escludere nessuna pista.
Con tutta probabilità verrà fissata già nelle prossime ore l’autopsia, a questo punto necessaria per stabilire le cause del decesso e per chiarire ogni minimo dettaglio sulla vicenda. Ma nel frattempo, già ieri pomeriggio, i carabinieri hanno sentito sia il compagno di Marcela – un vignolese suo coetaneo, che lavora come agente immobiliare –, sia gli inquilini della palazzina in cui viveva la coppia.
Il partner della vittima avrebbe detto agli inquirenti di esser mancato da casa per alcuni giorni, di essersi preoccupato per la fidanzata perché non rispondeva al telefono e di averla trovata così, senza vita, quando ieri è rincasato. E sulla porta, ora chiusa dai sigilli, non ci sarebbero segni di effrazione.
«Una coppia tranquillissima – li descrive uno dei condomini –: mai sentiti litigare, nè ricevevano molta gente a casa. Lei bellissima, lui sempre gentile e carino. L’ho visto poco dopo il ritrovamento della donna ed era bianco come un lenzuolo. Disperato».
Poi il vicino riferisce un particolare che confermerebbe come la 32enne non uscisse di casa da alcuni giorni. «Il venerdì mattina – spiega il condomino – puliscono le scale e mettono gli zerbini in verticale. Quel giorno ho notato che il loro zerbino è rimasto sollevato, e così anche sabato, finché l’ho rimesso a posto io. Ma nessuno immaginava certo una tragedia del genere... Né si sentiva alcun cattivo odore per le scale».
Fonte: ilrestodelcarlino.it

Truffa su 30 milioni di beneficenza Im manette monsignore argentino


Spariti nel nulla (o meglio: finiti in un giro di riciclaggio tutto da chiarire) 30 milioni di euro raccolti in beneficenza. La Guardia di finanza di Bolzano ha arrestato un monsignore di origini argentine, Patrizio Benvenuti, 64 anni, accusato di una truffa ai danni di quasi 300 persone, prevalentemente residenti all’estero, per lo più in età avanzata. Versavano i propri soldi al sacerdote, destinati alla sua fondazione umanitaria Kepha, che finivano però in un articolato meccanismo di riciclaggio tra persone, società estere e italiane. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato in via preventiva, tra l’altro, una lussuosa villa del Quattrocento a Piombino e un grande sito archeologico a Selinunte. Con mandato di cattura internazionale è ricercato l’affarista francese, Christian Ventisette, di 54 anni, stretto collaboratore del monsignore. L'inchiesta è partita dalla segnalazione di una suora, ex collaboratrice del prelato. La religiosa aveva, infatti, ricevuto presso la propria abitazione in Alto Adige documenti bancari e non, riferiti ad un trust e una società di capitali, entrambi denominati Opus che, evidenziavano movimentazioni di denaro per centinaia di migliaia di euro e delle quali non sapeva darsi una spiegazione, ma che erano in ogni caso a lei riconducibili. La religiosa, infatti, aveva poi raccontato ai militari della Guardia di Finanza che, spinta dalla fiducia che riponeva nell' ecclesiastico, quando lavorava con lui a Roma, aveva firmato alcuni contratti costitutivi, divenendo, tra l'altro, rappresentante legale della Opus nella sede in Alto Adige, rimanendo così coinvolta nel procedimento fallimentare della società Kepha Invest in Belgio.

Fonte: corriere.it

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