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venerdì 12 febbraio 2016

Cina, in ginocchio davanti ai genitori Si accende dibattito sulla pietà filiale


Questa immagine arriva dallo Shandong, una delle tante province cinesi dalle quali centinaia di milioni di giovani sono partiti per andare nelle grandi città a lavorare: perché anche «arricchirsi è glorioso», disse Deng Xiaoping lanciando l’economia di mercato. L’uomo inginocchiato ha 46 anni, si chiama Zhang Jinli, ha un buon impiego a Pechino e negli ultimi quattro anni non era tornato mai a casa a Zibo dai genitori. Questa volta Zhang ha seguito la tradizione: è andato a visitare i suoi per il Capodanno lunare. Alla stazione dei treni, di fronte al padre e alla madre, quest’uomo sposato e diventato a sua volta padre, si è messo in ginocchio, poi si è prostrato, chiedendo perdono per la sua lunga assenza.  Qualcuno ha visto la scena, l’ha fotografata con lo smartphone e l’ha inviata al giornale locale, il "Qilu Evening Post" (il citizen journalism è vivace anche in Cina). Il quotidiano ha ricostruito la storia, ha accertato che il padre di Zhang ha ottant’anni, che la donna al suo fianco è la seconda moglie, la matrigna, ma ha sempre considerato il figlio del marito come un proprio figlio. «Zhang si è prostrato perché non si sente degno dei genitori, pensa di non essere stato rispettoso e riconoscente come avrebbe dovuto», ha scritto il cronista. 

Le foto hanno riaperto il dibattito sulla pietà filiale, che è uno dei concetti cardine del confucianesimo, bruciato sull’altare della Rivoluzione culturale e poi su quello della crescita economica a doppia cifra inseguita dalla Cina negli ultimi trent’anni. Sul web si sono intrecciati migliaia di commenti. Per qualcuno il gesto di pentimento e dolore del figlio «è stato commovente»; per altri «eccessivamente emotivo»; «la vita è dura»; «che tristezza». Ma la discussione non è limitata ai social network: nel 2013 è stata introdotta una legge per la «Protezione dei diritti e degli interessi degli anziani», che in Cina sono quasi 200 milioni e diventeranno il doppio tra un paio di decenni. Il nuovo pacchetto di norme introduce l’obbligo per i figli grandi di visitare il padre e la madre «più spesso» e addirittura concederebbe ai lavoratori 20 giorni di permesso per andare a trovare i vecchi genitori che vivono molto lontani. La legge non prevede sanzioni e naturalmente nessuno la fa rispettare. Uno degli estensori, il professor Xiao Jinming della Shandong University, ha spiegato: «È soprattutto un modo per sottolineare il diritto dei nostri anziani a chiedere sostegno emotivo, noi vogliamo enfatizzare questa esigenza». Un blogger ha riassunto così i suoi dubbi: «La pietà filiale dovrebbe essere naturale. Questa legge svela la tragedia della nostra generazione». A settembre, all’esame per aspiranti magistrati e avvocati, è stato posto il quesito: «C'è un incendio nella vostra casa, chi salvereste? Vostra madre o la fidanzata?». La risposta giusta: «Sarebbe un crimine anteporre l’amore romantico al dovere filiale». Così dice la legge. 
Fonte: corriere.it

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