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venerdì 12 febbraio 2016

Si dimette deputato giapponese: «Ho tradito mia moglie, mi scuso»


«Mi scuso per aver causato un putiferio». Con queste parole il deputato giapponese Kensuke Miyazaki, 35 anni, ha lasciato la sua poltrona dopo essere diventato uno dei poster boy del primo ministro Shinzo Abe. Delfino del partito liberale giappone, il giovane Miyazaki era stato citato come esempio di modernità e di progresso per aver usufruito del congedo di paternità, dopo che la moglie Kaneko (anche lei membro del partito liberale), 37 anni, aveva dato alla luce il loro bambino. «Un esempio per tutti i padri giapponesi», aveva scritto la stampa nipponica. Peccato che il padre e marito modello fosse in realtà un playboy. Miyazaki è sato infatti pizzicato da un tabloid giapponese, il Shukan Bunshun, in atteggiamenti intimi con la modella e indossatrice di kimoni, Mayu Miyazawa. Secondo il settimanale, l'uomo ha incontrato la donna la prima volta sei giorni prima che la moglie partorisse. Ma la faccenda non è finita lì e i due si sono rivisti più volte, passando la notte insieme a Kyoto.

Da qui la figuraccia planetaria e le dimissioni. L'avvocato ha ammesso il tradimento durante un'affollatissima conferenza stampa dove ha spiegato di aver conosciuto la donna in una cerimonia ufficiale e di averla poi rincontrata altre tre volte. «Ho spiegato tutto a mia moglie, sono profondamente dispiaciuto di averle fatto una cosa così crudele». E ancora: «Mi scuso con tutti quelli che prendono sul serio il permesso di paternità retribuita», ha dichiarato facendo tornare a tutti in mente quanto l'argomento sia di attualità vedendo impegnati su questo fronti anche imprenditori del calibro di Mark Zuckerberg. La vicenda, come era prevedibile, ha scatenato le ire dell'opposizione giapponese. Dopo che i liberali avevano dipinto Miyazaki come un paladino dei diritti delle donne per la sua decisione di affiancare la moglie nei mesi successivi al parto - il Giappone ha una legislazione molto generosa in materia di congedo parentale, ma solo il 2.3 per cento dei padri ne usufruisce - , ora i democratici sollevano la «questione morale» e si chiedono se il partito di Abe, già travolto dagli scandali, sia all'altezza del compito di governo.
Fonte:  corriere.it

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