Si tratta del troncone bis dell'operazione, che si è concentrato sull'aspetto economico e, in particolare, sulle intestazioni fittizie delle società per evitare di ricondurre la proprietà a componenti della cosca, oltre alle false fatturazioni.
Avviso di chiusura indagini per 23 indagati del secondo troncone dell’operazione Aemilia, l’inchiesta della procura antimafiadi Bologna sulle infiltrazioni della criminalità organizzata calabrese tra Emilia Romagna e Lombardia.
Questo filone d’indagine il 16 luglio aveva portato all’applicazione di nove misure cautelari, dopo i 117 arresti di fine gennaio che avevano colpito la ‘Ndrangheta imprenditrice’ e i suoi presunti legami politici ed economici sul territorio. In sostanza, si è concentrato sull’aspetto economico e, in particolare, sulle intestazioni fittizie delle società per evitare di ricondurre la proprietà a componenti della cosca, oltre alle false fatturazioni.
L’avviso, firmato dal procuratore aggiunto Valter Giovanninie dal pm Beatrice Ronchi, è arrivato – riferiscono alcuni media – a 23 indagati. Si tratta del boss Nicolino Grande Aracri, Alfonso Diletto, ritenuto un elemento importante della cosca soprattutto per la gestione degli affari, la figlia Jessica Diletto, Michele, Domenico e Catiana Bolognino, poi l’imprenditore Giovanni Vecchio, il figlio Silvano, Patrizia eAlfonso Patricelli, oltre a Francesco e Vincenzo Salvatore Spagnolo, Bruno Milazzo, Francesco, Antonio Muto,Emanuela Morini, Ibrahim Ahmed Abdelgawad, Abdellatif El Fatachi, Mihai Vrabie, Antonio Petrone, Gennaro Gerace,Loris Tonelli, Gianluigi Sarcone.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
Nessun commento :
Posta un commento