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sabato 3 ottobre 2015

Case coop, dirigente del Comune si assegnò la villa a metà prezzo


Il dirigente comunale che doveva vigilare sulla corretta gestione delle case in edilizia agevolata elargiva, in cambio di soldi, illegittimi nulla osta per vendere e affittare appartamenti a prezzi gonfiati e assegnò a sé stesso, senza averne i titoli, una villetta che gli altri acquirenti pagavano il doppio. Falso ideologico, abuso d’ufficio, concussione e usurpazione di potere avrebbero guidato l’azione del direttore dell’unità di Edilizia residenziale pubblica del Comune, Marcello Andreangeli, almeno secondo la denuncia che ha portato all’apertura di un’inchiesta del pm Francesco all’Olio. Mai come stavolta, il caso singolo apre scenari di portata molto più ampia. In attesa che le indagini facciano il proprio corso, va infatti sottolineato che Andreangeli, non più in carica, è incidentalmente anche l’autore della delibera in virtù della quale, e per oltre un decennio, sono proliferate le vendite di immobili in convenzione a prezzi fuori legge.

Una «interpretazione» delle norme contro la quale la Cassazione si è pronunciata tre settimane fa, mettendo la parola fine a un contenzioso giuridico alimentato da interessi che la procura sta approfondendo. La sostanza della sentenza: gli immobili costruiti in convenzione devono mantenere un prezzo di vendita o affitto fissato per legge e senza vincoli di tempo. Sia cioè nel caso di primo passaggio dal costruttore al singolo aggiudicatario - socio della coop edilizia - sia nei successivi passaggi, anche a distanza di anni. Cosa che a Roma non è avvenuta per tutto il primo decennio del duemila, aprendo ora la strada a 200mila potenziali cause di parziale nullità su contratti immobiliari. La delibera comunale sul prezzo libero di vendita, recepita senza eccepire anche dall’associazioni notai, è stata poi ritirata dal Campidoglio dopo le prime denunce di acquirenti e sostituita anche nei regolamenti del notariato.
Il Comune non ha però mai aderito agito contro i prezzi maggiorati né ha aderito alla sanatoria del 2012 che consente di sciogliere i vincoli sul prezzo versando un obolo. Il danno erariale stimato è di 800milioni. Le accuse al dirigente: «Ho il sospetto - si legge nella denuncia della signora Elena Felici - che l’ingegner Andreangeli per rilasciare la liberatoria a vendere a prezzo di mercato la casa che sto acquistando abbia percepito l’importo di 500 euro dagli attuali proprietari». Notizia ricevuta dall’addetto dell’agenzia immobiliare che curava la pratica dell’immobile a Casal Monastero. Il prezzo, applicando i parametri di legge, calava di 220mila euro su quello chiesto dai venditori in base al nulla osta del dirigente. Ma c’è di più. L’ulteriore riprova che l’ingegner Andreangeli era aduso «abusare dei poteri del proprio ufficio» sta - secondo la denuncia - in un’altra vicenda ricostruita e sostenuta da visure catastali e documenti ufficiali di compravendita.
Il faro si sposta a Spinaceto 2, quella che negli atti del Comune è il piano di Zona A5, nuove case per risolvere - sempre sul presupposto dei prezzi calmierati - la drammatica emergenza abitativa della Capitale. O almeno attenuarla. Terreni pubblici o espropriati dati in concessione ai costruttori che si assumono l’onere di renderli vivibili, oltre che abitabili, in cambio del diritto a venderli. A Spinaceto 2, Andreangeli risulta sottoscrittore (a firma del notaio Antonio Mosca) della convenzione tra il Comune e la cooperativa edilizia Aurelia 12 - Villaggio giornalisti telegiornale srl, che lì ha costruito un complesso di villette. Tutte, tranne una, sono state vendute a prezzo gonfiato. Si va dai 385mila ai 545mila euro. Il dirigente, che, essendo già proprietario di casa - 7,5 vani più accessori a Conca D’Oro - non avrebbe avuto neanche i titoli per acquistarla, ne ha invece ottenuta una di pari metratura e caratteristiche delle altre a soli 260mila euro
Fonte:  corriere.it

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