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lunedì 19 ottobre 2015

Il figlio: “Ho assoldato il killer. Temevo di essere diseredato”

Figlio assolda killer

L’eredità del padre: la casa, un modesto alloggio nella periferia di Savona, e i suoi risparmi, i soldi messi via, in una vita di lavoro in Ferrovia. Erano diventati un’ossessione per Rinaldo Costa, il figlio. Temeva che alla morte del genitore a beneficiarne fosse Sheila, origini delle Isole Mauritius, di trent’anni più giovane del padre, sua compagna. Era sicuro che alla fine avrebbe preso tutto lei. Un tarlo, che lo rodeva. «Già .- si ripeteva - è entrata nella sua vita, si occupa dei conti di casa...Ora si prenderà anche l’eredità».

E allora ecco il piano diabolico. Uccidere il padre, prima che potesse fare testamento, in modo da restare unico erede che all’altra non rimanesse nulla, niente di niente . E magari vendere la casa e con quei soldi andare a vivere in Thailandia «dove - aveva confidato proprio a Sheila - ci sono ragazze carine e molto disponibili». Ora Rinaldo Costa, 52 anni, è in carcere con l’accusa di tentato omicidio in concorso con un amico, Andrea Invincibile, assoldato per fare il lavoro sporco, dietro a un compenso di diecimila euro. Ha confessato ai carabinieri quel piano che sembrava così perfetto, o così pensavano. Un’aggressione in casa, simulando una rapina. E poi il padre è cardiopatico, ha un pacemaker, magari sarebbe bastato spaventarlo e il suo cuore, già malconcio non avrebbe retto. Sabato mattina, Renato Costa è uscito di casa per l’irrinunciabile colazione al bar con Sheila e il figlio. Un rito di tutti i giorni. Sono stati insieme un paio di ore, hanno letto i giornali, parlato del Savona, la squadra di calcio di cui l’anziano ex ferroviere è tifosissimo. Poi la donna è andata a fare la spesa e padre e figlio si sono incamminati verso casa. «Ciao papà, ci vediamo domani alla partita» lo ha salutato, dandogli un bacio sulla guancia. Il suo addio.
Poi ha mandato un messaggio al complice sul telefonino: «Sta arrivando...». Il «killer» era già nascosto in casa e quando l’uomo ha aperto la porta ed è entrato, si è avventato su di lui. Non ha fatto però i conti con la reazione dell’anziano, che cuore malconcio o meno, ha ingaggiato una lotta con il suo aggressore mentre questi (passamontagna e guanti di lattice per non lasciare impronte) cercava di soffocarlo con un cuscino, dopo aver provato, inutilmente, di provocargli un infarto premendo con forza sul petto. Poi le urla, le grida di aiuto sono state sentite dai vicini che hanno chiamato i soccorsi, pensando che l’uomo stesse male, avesse avuto un infarto. Ma era tutta un’altra storia. E l’epilogo ha sconvolto tutti. Primo fra tutti Renato Costa che è ricoverato all’ospedale San Paolo di Savona. I medici, temendo per il suo cuore, non volevano che lo venisse a sapere. Ma lui lo ha scoperto con il telefonino, su Facebook, perchè, nonostante l’età, ha anche un profilo su internet. «Sono incredulo No, non ci voglio credere. Ma se è davvero così. Allora mio figlio non lo voglio più vedere. Sono abbattuto, cerco di non rendermi conto di quello che è successo. Eppure me lo hanno detto tutti…». E il pensiero va all’eredità al centro di questa vicenda: «Io l’ho sempre rassicurato sull’eredità - aggiunge Renato - Io gli dicevo che lui veniva prima di tutto. A Sheila avrei lasciato qualcosa però la maggior parte del ’’malloppo’’ sarebbe stato suo, la casa sua. Cosa voleva? Perché?»
Fonte: lastampa.it

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