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giovedì 30 luglio 2015

Rai: Governo va sotto in Senato. Orfini: 'Così si smonta il Pd'

Pd: Orfini, adesso dobbiamo cambiare il partito © ANSA

Vigilanza convocata martedì per elezione Cda, ma è scontro. Appone il nodo della composizione della commissione.


Polemiche al Senato sulla riforma. Il governo è andato sotto in aula sulla votazione per l'art.4 del ddl Rai. Sono stati approvati emendamenti di minoranza Dem, FI e M5S, soppressivi dell'articolo, con la delega al governo sul canone, con 121 voti favorevoli e 118 contrari. Ed è scontro sull'elezione del prossimo Cda."La riforma della Rai di Renzi è carta straccia come lo è lo stesso presidente del Consiglio". Lo afferma il presidente della Vigilanza Rai Raffaele Fico (M5S), conversando con i cronisti a Montecitorio e commentando il voto al Senato su un emendamento all'art.4 del ddl, sul quale il governo è stato battuto. Il governo "è confuso, non conosce i tempi parlamentari, ma comunque, "questi sono gli ultimi rantoli di una cultura che sta morendo".
Orfini, dissenso consuetudine, così si smonta Pd - "Quanto accaduto oggi al Senato è incomprensibile. Se il voto in dissenso dal gruppo diventa non un'eccezione limitata a casi straordinari ma una consuetudine, significa che si è scelto un terreno improprio per una battaglia politica. Così non si lavora per rafforzare un partito ma per smontarlo".
Sono 18 i senatori della minoranza Dem che hanno votato l'emendamento soppressivo dell'art.4 della riforma Rai, che ha visto il governo andar sotto per 3 voti, accompagnati da 2 senatori di Ala, il nuovo gruppo di Verdini che dovrebbe essere la "stampella" del governo almeno in termini di numeri al Senato. Significative le assenze dei verdiniani. In un gruppo di 10 disertano il voto in 7. Non hanno votato invece 12 del Pd (uno di loro però è il presidente del Senato Grasso). I "si" alla soppressione sono stati 121, i "no" 118. I 19 senatori della minoranza Dem che hanno votato a favore della soppressione dell'articolo 4 sono: Vannino Chiti, Paolo Corsini, Erica D'Adda, Nerina Dirindin, Federico Fornaro, Maria Grazia Gatti, Miguel Gotor, Maria Cecilia Guerra, Paolo Paleotti Guerrieri, Silvio Bachisio Lai, Sergio Lo Giudice, Doris Lo Moro, Maurizio Migliavacca, Corradino Mineo, Massimo Mucchetti, Carlo Pegorer, Lucrezia Ricchiuti, Roberto Ruta, Walter Tocci. Gli 11 assenti (il 12 è Pietro Grasso) sono: Filippo Bubbico, Felice Casson, Rosaria Maria Di Giorgi, Stefano Esposito, Stefania Giannini, Stefano Lepri, Claudio Martini, Claudio Micheloni, Marco Minniti, Roberta Pinotti, Lodovico Sonego. 
L'Ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza Rai (con il voto contrario M5s, Lega, Sel, astenuto il Psi) ha deciso di convocare per martedì prossimo una riunione della bicamerale per l'elezione dei 7 membri del Cda Rai di sua competenza.  Bloccare la nomina dei 7 consiglieri del Cda Rai eletti dalla Vigilanza finché non si affronterà la questione della composizione della commissione Bicamerale, è invece quanto chiedono i capigruppo di Ap a Camera e Senato in una lettera - si apprende - indirizzata ai presidenti Grasso eBoldrini e annunciata alla capigruppo sulle Bicamerali. 
Fico, rinnovo cda con selezione pubblica di curricula - "Faccio un appello a tutte le forze politiche: un'assunzione di responsabilita' per il bene della Rai e del Paese. Chiedo che si nominino persone svincolate dalla politica e dai partiti, che abbiano competenza e indipendenza comprovate e nessun conflitto di interessi, attraverso una selezione pubblica di curricula. Ma per farlo seriamente servono piu' di 5 giorni".

GLI ARTICOLI Via libera dell'aula del Senato con 146 voti favorevoli, 50 contrari e 43 astenuti all'art.1 del disegno di legge di riforma della Rai, con le nuove disposizioni sul contratto di servizio nazionale e su quelli regionali. Tali contratti, secondo le nuove disposizioni, vengono rinnovati ogni cinque anni e non più ogni tre anni. Nell'articolo si fa riferimento alla Rai come concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e alla necessità di assicurare l'informazione a livello nazionale e quella a livello regionale "attraverso la presenza in ciascuna regione e provincia autonoma di proprie redazioni e strutture adeguate alle specifiche produzioni". Nel corso della discussione, è stato approvato un emendamento depositato da M5S che modifica la tradizionale definizione di servizio pubblico radiotelevisivo in "servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale". 
E' stata accantonato nell'aula del Senato l'art.2 del disegno di legge sulla Rai, quello con le nuove disposizioni sulla governance della tv pubblica, in attesa che gli uffici riorganizzino il fascicolo con gli ultimi emendamenti presentati. Forza Italia ha infatti depositato 364 subemendamenti dopo la presentazione da parte del relatore Raffaele Ranucci (Pd) di un emendamento sulle incompatibilità per l'elezione a membro del cda. 
Via libera del Senato all'art.3 del disegno di legge di riforma della Rai, con le norme relative all'attività gestionale della tv pubblica. I sì sono stati 176, 61 i contrari, 2 gli astenuti. Approvati alcuni emendamenti proposti dal Movimento 5 Stelle, ma riformulati nel corso della discussione, sulla trasparenza nel conferimento degli incarichi da parte dei vertici di Viale Mazzini. Il Senato inoltre approvato un emendamento dei relatori che esclude anche la commercializzazione delle produzioni Rai dalla disciplina del codice per i contratti pubblici. Approvato, dopo una riformulazione su proposta del relatore, anche un emendamento del Pd secondo cui la Rai 'è assoggettata esclusivamente, quale impresa pubblica, alla disciplina generale delle società di capitali e alla giurisdizione ordinaria"
Fonte: ansa.it

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