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lunedì 9 novembre 2015

Conte avvisa Pirlo: “Dovrò pensare a un’Italia senza di lui”


Al solito, Antonio Conte non guarda in faccia a nessuno. «Insigne e Berardi non sono qui per scelta tecnica, taglia corto il ct. Che già in mattinata, a Palazzo Vecchio per la presentazione della nuova maglia della Puma, aveva fatto intuire qualcosa: «So che cosa significa indossare questa maglia e le emozioni che trasmette. Non capirle, è ingiustificabile». Occorre passo indietro: all’ultimo raduno Insigne e Berardi tornarono a casa per acciacchi non proprio epocali. Da qui, il messaggio delle parole seguenti è ancora più chiaro: «De Silvestri è qui perché se lo merita e perché è uno che si è rotto il ginocchio per noi. Voglio dei giocatori che da questo punto di vista siano a 360 gradi. Verratti è un altro bel riferimento - aggiunge il ct azzurro - perché in Azerbaigian ha giocato con il polpaccio messo male. Si sarebbe potuto fare male. Qualcun altro avrebbe alzato bandiera bianca, dicendo: sennò domenica non gioco con il club». Ogni riferimento ad altri pare puramente voluto: «Chi varca questi cancelli deve dare tutto per la maglia azzurra».

PIRLO IN DISCUSSIONE 
Per la prima rischia il posto anche Andrea Pirlo, ma per altri motivi la Mls americana non giocherà fino a marzo. «La mancata convocazione di Andrea era prevista - spiega Conte - perché aveva già smesso da due settimane. Dopodiché c’è da parte mia l’esigenza di fare delle valutazioni: per Andrea ho stima grandissima, sotto tutti i punti di vista. E proprio per questo motivo devo essere molto freddo, Andrea andrà per i 37 anni: vediamo. Adesso c’è una sosta. Farò le mie valutazioni, però devo iniziare chiaramente a guardarmi intorno, a prendere in considerazione l’ipotesi di poter pensare anche al fatto che Pirlo possa non esserci in Nazionale. Sperando che a marzo dia risposte importanti». Magari tornerà in Italia: «Se lo facesse, in qualsiasi squadra, sarei molto contento, perché potrei vederlo sempre. E farebbe ancora la differenza».
IN PRINCIPIO IL GIOCO 
Pirlo o no, l’Italia di Conte è una repubblica fondata sul lavoro e sul gioco: «Non siamo nelle condizioni di appoggiarci a singoli elementi: è il gioco che deve esaltarne le qualità. Se pensiamo di vincere gli Europei con i singoli, armiamoci e torniamoce a casa».
Fonte: lastampa.it

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