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mercoledì 4 novembre 2015

Poste, nel piano 250 milioni di dividendi l'anno e 22.500 esuberi

Poste, nel piano 250 milioni di dividendi l'anno e 22.500 esuberi

Poste Italiane ipotizza una distribuzione di dividendi per 250 milioni di euro l'anno per i prossimi 4 anni. E' quanto emerge dal piano industriale 2015-2020 dell'ad, Francesco Caio, un documento di 119 pagine intitolato "Una nuova stagione di crescita per Poste Italiane" e visionato dall'agenzia MF Dowjones. 

I ricavi è previsto passino da 28,2 miliardi stimati per quest'anno a 33 miliardi nel 2019 (+17%). Il comparto postale è visto stabile a 3,5 miliardi, con una leggera flessione della corrispondenza (da 2,9 a 2,6 miliardi) e un piccolo incremento dei pacchi (da 0,6 a 0,9 miliardi); mentre il comparto finanziario è stimato in crescita da 5,3 a 6 miliardi, così come i ricavi assicurativi (da 18,8 a 23 miliardi).

L'ebitda è visto raddoppiare da 1,4 a 2,8 miliardi e l'ebit da 0,7 a 2,1 miliardi (+189%); a oltre il 40% di quest'ultimo contribuirà il "comparto assicurativo e fondi". Il 90% dell'ebit al 2019 sarà equamente distribuito tra settore finanziario e settore assicurativo e risparmio. Il Fflusso di cassa operativo raddoppierà a 2 miliardi. "Il miglioramento previsto nel piano è marcato ma non sufficiente per ancorare a livello di ebit la performance con gli altri operatori", quali Royal Mail, itella, Postnord, si legge a pagina 44 dove viene rappresentato il rapporto ebit/ricavi (2,4% per Poste nel 2019, 4,5% per Royal Mail).

La raccolta di risparmio è vista in crescita da 450 a 530 miliardi nel 2019, con una quota che sale dal 12% a oltre il 15% del risparmio delle famiglie. Il piano di BancoPosta prevede, poi, una crescita dei ricavi da 5,7 miliardi del 2015 a 6,5 miliardi nel 2019, "in linea con gli obiettivi dei principali player bancari italiani". Poste Italiane si candida a diventare la
"principale piattaforma di riferimento nel transaction banking e per i pagamenti digitali", con il numero di carte di pagamento attive in aumento da 20 a 30 milioni.

Il gruppo guidato da Caio prevede anche nell'arco del piano oltre 3 miliardi di investimenti in asset fisici, di cui circa il 30% per eventuali acquisizioni in alternativa alla crescita organica. Questi ultimi saranno suddivisi in tre categorie: tecnologia (es. nuova piattaforma di track & trace e banca online); immobiliare e rete (es. riqualificazione degli uffici postali); innovazione (es. acquisto di nuovi impianti di automazione della logistica).

Tra le principali ipotesi di base al piano c'è il declino meno ripido della domanda di servizi postali; tra i fattori di rischio, i tassi di interesse bassi. Rialzo dei tassi (maggiore della curva di mercato) e discesa dello spread (fino a 60 punti base) sono considerati "condizione rilevante al realizzo delle plusvalenze finanziarie che serviranno nel periodo del piano a sostenere la profittabilità del gruppo, finanziando, tra l'altro, il processo di trasformazione". Sono previste, inoltre, plusvalenze tra 500 e 600 milioni di euro per ciascuno dei 5 anni dalla vendita di circa 4-5 miliardi di Titoli di Stato.

Poste Italiane conta inoltre di ridurre il suo organico di 22.500 unità entro il 2019, provvedendo contestualmente all'assunzione di 8.500 nuove risorse (oltre 1.600 all'anno). L'organico passerebbe così dalle attuali 145.000 unità a 131.000 del 2019 (i costi passeranno da 6,2 miliardi di quest'anno a 6,1 miliardi del 2020). Gli ingressi e le uscite non tengono conto delle variazioni relative a Rc Auto e SDS, inclusi i contratti a tempo determinato.

Il programma di turn-over e uscite agevolate sarà in linea con i valori medi annui del periodo 2011-2014 (4.500 annui). E' prevista anche la riconversione funzionale di 5.000 unità dalla filiera della logistica agli uffici postali; di 1.500-2.000 unità dagli uffici postali a venditori specialisti e 1.000-2.000 da specialisti a promotori finanziari. Gli specialisti è previsto passino dagli attuali 7.000 a 8.500; i venditori mobili da 550 a 2.500.

Ammontano a oltre 3 milioni le ore di formazione specialistica messe nel piano. La metà dei neoassunti saranno giovani qualificati-neolaureati o professionalizzati; l'aumento dell'incidenza dei laureati passerà dall'8%-10% al 13%-15%. Verrà anche costituita una Corporate University per lo sviluppo delle competenze manageriali e tecnico-specialistiche. L'impatto cumulato di tutti i provvedimenti sul personale sarà di circa 2 miliardi.

In 10 anni Poste Italiane, viene messo in evidenza nel piano, ha avuto una riduzione dell'organico netto inferiore ad altri player italiani (anche a causa di 35.000 re-ingressi coattivi di ex contratti a tempo determinato): Eni (-31%), Fs (-30%), Telecom Italia (-23%) e Poste Italiane (-8%). L'efficientamento avverrà anche col consolidamento degli uffici
postali: dai 13.000 attuali si passerà a un'eventuale discesa fino a 11.800 nel 2020, "in coerenza col quadro regolatorio". In questo contesto l'azienda punta ad aumentare il numero dei corner presidiati da specialisti per la distribuzione di prodotti bancari, di risparmio e assicurativi (da 5.000 a 7.000) e prevede, infine, soluzioni innovative per gestire gli uffici postali rurali.

Fonte: milanofinanza.it

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