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giovedì 5 novembre 2015

Inps: «reddito minimo garantito» di 500€ dai 55 anni in su


«Abbattere la povertà, riducendola almeno del 50%, fra chi ha più di 55 anni di età e garantire una transizione più flessibile dal lavoro al non lavoro e viceversa». Sono questi i due assi portanti delle proposte contenute nel rapporto Inps sulle pensioni, intitolato «Non per cassa ma per equità» pagine, pubblicato oggi sul sito, e di cui il Corriere aveva chiesto la desecretazione. Un titolo che suggerisce l’obiettivo che l’istituto guidato da Tito Boeri si pone in questo pacchetto di proposte presentato al governo, e che questo per ora non ha volto accogliere. La spesa pensionistica non deve salire perciò, per rendere le pensioni povere più consistenti ma soprattutto per dare una pensione ai giovani, bisogna intervenire su quelle esistenti con un’operazione-equità. Nel rapporto di 69 pagine c’è anche «un’aspirazione alla semplificazione della normativa e all’unificazione dei trattamenti contributivi e previdenziali fra gestioni diverse». Il lavoro si presenta come un vero e proprio disegno di legge, dei cui articoli si forniscono relazioni tecniche sui loro effetti sui saldi di finanza pubblica, sul debito pensionistico implicito ma anche analisi del loro impatto distributivo. Così ad esempio, gli articoli da 1 a 8 offrono una rete di protezione sociale almeno dai 55 anni in su. É la fascia di età in cui la povertà è aumentata proporzionalmente di più rispetto alle altre classi di età durante la Grande Recessione e la crisi del debito nell’area Euro. Le persone povere disoccupate con più di 55 anni sono infatti più che triplicate nell’arco di sei anni. La proposta normativa consiste nell’istituire un «reddito minimo garantito» pari a euro 500€ (400€ nel 2016 e nel 2017) al mese per una famiglia con almeno un componente ultra 55enne . Il trasferimento, che prende il nome di Sostegno di Inclusione Attiva per gli ultra 55enni, prende come riferimento la famiglia, intesa come nucleo che condivide la stessa abitazione. La famiglia di riferimento è il nucleo allargato così come definito ai fini Isee. Questo significa che non solo l’ultra55enne, ma anche eventuali figli disoccupati beneficiano del trattamento. Esempio Consideriamo una famiglia con 2 soggetti adulti, di cui uno con più di 55 anni. Tale famiglia avrebbe diritto a un reddito minimo pari a 750€ al mese. Ora, se la somma dei redditi da lavoro mensili di queste due persone fosse pari a 500€ al mese, il valore della prestazione ricevuta ammonterebbe a 250€.

Fonte: corriere.it

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